La Coccidiosi nei suinetti

Come si contrae? Quali sono i sintomi, come si diagnostica? Prevenzione, Trattamento e controllo, Impatto sulla produzione, Conclusioni.

Indice:

  1. Come si contrae la Coccidiosi
  2. Lo sapevi? La maggior parte dei suini si infetta in gabbia parto
  3. Quali sono i sintomi di Coccidiosi
  4. Alta mortalità
  5. Diagnosi di Coccidiosi
  6. Come prevenire la Coccidiosi 
  7. Trattamento e controllo
  8. Impatto della Coccidiosi nella produzione suina
  9. Conclusioni

La coccidiosi è una patologia protozoaria che colpisce il piccolo intestino e provoca diarrea nei suinetti lattanti. È caratterizzata da diarrea acquosa o cremosa bianco-giallastra.

I suinetti infetti espellono oocisti (le uova dei coccidi) che contaminano l’azienda. Anche in caso di infezioni subcliniche senza sintomi l’impatto sulla produttività è importante.

 

I coccidi sono parassiti unicellulari della famiglia Cystoisospora (Isospora), Cryptosporidium ed Eimeria.

Cystoisospora suis (Isospora) è il patogeno principale nel suino e responsabile della diarrea. Capire il ciclo vitale dei coccidi è fondamentale per adottare le misure preventive e di controllo necessarie.

 

  • I suinetti si infettano coi coccidi con l’ingestione delle oocisti sporulate
  • I coccidi si moltiplicano rapidamente nella parete cellulare compromettendo la capacità dei suinetti di assorbire i nutrienti.
  • Le oocisti possono rimanere nell’ambiente per lungo tempo.

I suinetti si infettano nella prima settimana di vita dopo aver ingerito le oocisti che hanno sporulato nell’ambiente, in particolare in condizioni di alte temperature (32-35 gradi) e umidità.

Lo sapevi? La maggior parte dei suini si infetta in gabbia parto

Ci sono state discussioni sul ruolo delle scrofe nell’infezione: resta che la maggior fonte di coccidi sono le oocisti derivate da covate precedenti infette. I suinetti infetti possono espellere migliaia di oocisti nelle feci durante la malattia.

 

Il 50% dei suinetti espelle oocisti alla fine della 1° settimana e le stesse sono state trovate nelle feci 5 giorni post-infezione

 

La facilità di infezione e l’estensione della contaminazione spiega la presenza della coccidiosi in tante aziende. Ogni oocisti ha la possibilità di distruggere migliaia o milioni di cellule dell’epitelio intestinale, impatto che può aumentare in caso di altre infezioni (Clostridium spp.). Alcuni autori1, pensano addirittura che C. suis sia ubiquitario, ma viste le difficoltà diagnostiche, il quadro resta complesso.

1 Shrestha, A., Abd-Elfattah, A., Freudenschuss, B., Hinney, B., Palmieri, N., Ruttkowski, B. and Joachim, A. (2015). Cystoisospora suis – A Model of Mammalian Cystoisosporosis. Frontiers in Veterinary Science, 2(68). doi: 10.3389/fvets.2015.00068 

Il sintomo principale è la diarrea (vedi qui).

È importante differenziare la coccidiosi dagli altri patogeni enterici che danno diarrea giallastra e compaiono nelle prime settimane di vita.

Per differenziarli, possiamo tenere in considerazione:

  • Consistenza fecale e presenza di sangue
  • Età alla quale compare la diarrea
  • Risposta al trattamento con antibatterici

Tabella 1: paragone dell’aspetto della  diarrea a seconda della patologia (adattato da Swine enteric colibacillosis: diagnosis, therapy and antimicrobial resistance/ Andrea Luppi)

Malattia/agente eziologico

Età

Diarrea

Letalità

Colibacillosi

E.coli (ETEC)

Più frequente da 0 a 4 gg

Giallastra, grigia o rossastra

pH alcalino

 

Clostridiosi

C.perfrigens type C

PA: 1 days

A: 3 days

SA: 7 days

C: 10–14 days

PA: acquosa, giallastra, con sangue

A: brunastra

SA: acquosa grigiastra/giallastra

C: giallo-grigia

100% in PA e A

Clostridiosi

C.perfrigens type A

Di solito diarrea entro 48 dalla nascita

Mucoide, rosa senza sangue

Se non complicata, bassa

Clostridiosis

Clostridium difficile

Prima settimana di vita

Pastosa e giallastra

Fino al 50%. Variabile.

Coronavirus PEDV

TGEV

Tutte

Acquosa, giallastra/bianca/grigia

Gialla acquosa, bianca, grigia, verdastra con pH acido

Differenza tra ceppi e tra allevamenti negativi o endemici.

Molto alta (80-100%) nei suinetti di allevamenti negativi

Enterite da Rota

Rotavirus

Da 1 a 5 settimane

Acquosa, a volte pastosa con pH acido

Bassa negli allevamenti endemici <20%

Coccidiosi

Isospora suis

Non prima dei 5 gg.

Più frequente intorno ai 14 gg.

Gialla e pastosa con pH alcalino

Molto bassa

I sintomi principali

Diarrea acquosa o cremosa, biancastra o gialla.

Se diviene grave, si ha disidratazione, debolezza e anche morte, anche se l’evento è abbastanza raro.

La maggior parte dei suinetti recupera dalla coccidiosi, ma il danno intestinale è ormai presente. Crescita stentata e contaminazione delle strutture, in aggiunta alle infezioni subcliniche possono provocare perdite per l’allevatore.

  • Crescita inferiore: suinetti piccoli, evidenti allo svezzamento.
  • Disidratazione: suinetti deboli, occhi affossati.

Segni nella covata

  • Alta morbilità: la maggior parte se non tutti i suinetti sono malati.
  • L’inizio della malattia è un segno importante per Veterinario e Allevatore. La diarrea di solito si mostra tra 7 e 10 giorni di vita, raramente a 5.
  • Bassa mortalità

Coinfezione coon Rotavirus, E. coli e C. perfringens tipo A

C. suis rende i suinetti più suscettibili ad altri patogeni, in particolare a Clostridium perfringens tipo A, rotavirus e E. coli. Le coinfezioni aumentano la mortalità. È evidente che i coccidi cambiano anche il microbiota intestinale, rendendo più semplice l’azione di pericolosi batteri produttori di tossine come C. perfringens.

Alta mortalità

Infezioni subcliniche

Uno dei più importanti aspetti per l’allevamento è la presenza di queste infezioni. Non hanno manifestazioni cliniche se non scarse performance (con suinetti che continuano a non performare anche dopo lo svezzamento).

 

La storia clinica e l’identificazione dei sintomi possono aiutare a sospettare l’infezione all’inizio. Bisogna fare attenzione a diarrea della seconda, terza settimana di vita che non risponda al trattamento antibiotico. La diagnosi definitiva ha sempre bisogno di un campionamento in serie esaminato dal laboratorio.

Ci sono diverse tecniche per vedere e contare le oocisti nelle feci per confermare la diagnosi e la gravità del focolaio.

  • Flottazione.
  • Autofluorescenza; sotto la luce UV le oocisti sono di colore blu fluorescente.

L’esame delle feci (singoli suinetti/covata) è da effettuare nella seconda settimana di età e una settimana dopo.

Non ci sono vaccini sul mercato. Per il controllo della patologia sono tre i metodi disponibili.

1. Igiene

È la base. Come detto, la maggior fonte di infezione è un ambiente contaminato.

  • Rimuovere le feci ogni giorno è fondamentale, specialmente in condizioni di caldo e umidità elevate che favoriscono la sporulazione delle oocisti.
  • Controllare roditori e insetti
  • Pulire attentamente le gabbie parto, in particolare i canali di scolo.
  • Rimuovere le lettiere spesso.

2. Disinfezione

Le oocisti resistono ai principali disinfettanti. Solo i prodotti basati sul cresolo sono efficaci verso i coccidi.

  • Disinfettanti efficaci.
  • Vapore.

3. Coccidiostatici

Sono molecole che impediscono lo sviluppo e l’espulsione dei coccidi, efficaci per il controllo dell’infezione.

  • La somministrazione metafilattica di toltrazuril ha dimostrato di migliorare le performance, per l’effetto positivo verso le infezioni subcliniche. È importante il momento del trattamento per interrompere lo sviluppo del parassita. Ecco perché l’intervento precoce è più efficace.

Una sola dose di toltrazuril può prevenire la forma clinica. Alcuni prodotti contengono toltrazuril e ferro per trattare e prevenire l’anemia ferropriva e contrastare nello stesso tempo l’infezione.

Una volta che i coccidi hanno colonizzato la parete intestinale, il trattamento può poco. I sulfamidici sono stati usati contro i coccidi con risultati scarsi e il controllo della coccidiosi in azienda non dovrebbe basarsi sull’uso di antibatterici. Una pratica abbastanza comune è stata l’uso di amprolium, monensin e sulfamidici orali nell’alimento delle scrofe (di valore da verificare, ma ormai non più permesso). Alcuni trattano la coccidiosi coi sulfamidici iniettabile e danno supporto per la disidratazione.

La diarrea da coccidi non risponde agli antibiotici. Anche se non c’è molto da fare per il singolo suinetto in diarrea si può procedere con un trattamento metafilattico su tutta la covata anche in assenza di altri segni clinici.

Toltrazuril è il coccidiostatico più efficiente a disposizione. Per via orale o per via iniettabile. La strategia migliore è trattare i suinetti entro la prima settimana di vita e la somministrazione precoce è chiaramente la migliore.

Questo è l’aspetto di interesse: allo svezzamento i suini con coccidiosi pesano da 0,3 a 1 kg meno dei suinetti sani. Senza menzionare le perdite per mortalità, costo dei trattamenti e l’impatto della espulsione delle oocisti sulle prossime covate. Per questo il trattamento profilattico con toltrazuril dà all’allevatore più tranquillità, riducendo fortemente l’escrezione di oocisti, evitando ulteriori contaminazioni e riducendo il numero di nuovi casi.

La coccidiosi è una patologia costosa per l’allevamento.

 

Il danno che i coccidi fanno alla parete intestinale impedisce l’assorbimento dei nutrienti che determina una peggiore conversione dell’alimento e calo dell’IPG. Aumentano i giorni necessari per il peso di macellazione, anche perché l’impatto si ha anche nelle fasi di ingrasso e finissaggio.

Le infezioni subcliniche sono di grande importanza, a causa della mancanza di diagnosi, perché non sappiamo cosa stiamo fronteggiando. C’è una sempre maggiore evidenza che C. suis posa causare perdite post-svezzamento. Alcuni hanno stimato che l’impatto dell’infezione subclinica sia la metà di quello dell’infezione clinica. 

Meno lavoro

La coccidiosi è una patologia economicamente importante per l’allevatore. Igiene e disinfezione sono i metodi più efficaci per ridurre la contaminazione ambientale. I trattamenti non hanno dato grandi risultati ma le misure metafilattiche, come una singola dose iniettabile di toltrazuril, tra il 1° e il 3° giorno di età, possono non prevenire e controllare la coccidiosi.

La diagnosi è importante ma difficile, Dovrebbe essere orientata a capire le condizioni dell’azienda e la possibile presenza di infezioni subcliniche. Data la diffusione del patogeno è bene assumere che, se non dimostrato diversamente, i coccidi siano presenti.

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