Il trattamento dell' Anemia nei suinetti

I suinetti sviluppano anemia quando, per qualche ragione, il loro sangue non è in grado di trasportare abbastanza ossigeno ai tessuti e agli organi.

Indice:

  1. Cause di Anemia nei suinetti
  2. Diagnosi di Anemia nei suinetti
  3. Ho dato la giusta quantità di ferro ai miei suinetti?
  4. Impatto economico
  5. Prevenzione e trattamento dell'Anemia del suinetto

I suinetti in lattazione sono colpiti da anemia da insufficienza di ferro. L’anemia impatta negativamente sulla condizione corporea, risposta immunitaria e benessere animale. 

Per l’allevatore, questo significa un minore aumento di peso giornaliero e perdite per malattia.

CAUSE DI ANEMIA NEI SUINETTI

La causa più importante di anemia è l’insufficienza di ferro. Il ferro costituisce una proteina, l’emoglobina, che è necessaria ai globuli rossi per trasportare ossigeno dai polmoni al resto del corpo. I suinetti rischiano di sviluppare la anemia ferropriva perché nascono con livelli di ferro sufficienti solo per pochi giorni (circa 50mg).

Nelle prime 3 settimane questi animali crescono rapidamente e hanno bisogno di 300-400 mg di Ferro! Fino al 40% dei suinetti nascono con livelli di ferro subottimali. Allo svezzamento oltre un terzo è in carenza. In una recente survey fatta nei principali paesi europei produttori di suini, oltre il 46% dei suinetti sono stati trovati sub-anemici e oltre il 16% è risultato anemico.

In natura i suinetti ottengono il ferro grufolando ma, negli allevamenti commerciali questa fonte è molto limitata.
Né il colostro né il latte forniscono abbastanza ferro per soddisfare la richiesta di 7-16 mg/giorno.
Per dare un’idea: 1 litro di latte della scrofa contiene circa 1,5 mg di ferro. 
La scrofa può fornire solo il 10-20% del ferro necessario al suinetto al giorno.

I suinetti più pesanti e con crescita più rapida sono a rischio maggiore di sviluppare anemia per la semplice ragione che richiedono il ferro più velocemente. Per paradosso i suinetti più piccoli e deboli hanno anch’essi un rischio maggiore per le difficoltà che incontrano in lattazione. I suinetti di covate molto numerose sono esposti a questa carenza dato che le riserve fetali di ferro sono ancora più limitate c’è meno latte (e meno ferro) per ogni soggetto.

Se i suinetti non possono avere il ferro necessario, dobbiamo fornirlo. Questa è la base per trattare l’anemia ferropriva.

DIAGNOSI DI ANEMIA NEI SUINETTI

I segni di deficienza di ferro nel suinetto includono:

  • Ritardo nella crescita
  • Scarso accrescimento
  • Pallore delle mucose

Dato che questo tipo di anemia è anche associata a un maggiore rischio di infezioni, i suinetti colpiti sviluppano più spesso anche la diarrea. Le infezioni respiratorie possono anche essere un problema, dato che riducono la capacità di trasporto dell’ossigeno del suinetto ma, il segno clinico più tipico è la maggiore velocità di respirazione, un sintomo clinico chiamato tachipnea.

I casi più gravi danno morte rapida e alla necroscopia troveremo:

  • Edema polmonare, ai muscoli e alle articolazioni.
  • Pareti cardiache sottili.

L’edema si verifica quando il liquido esce dai vasi sanguigni ed è comune in molti problemi di tipo cardiocircolatorio. I suinetti anemici che lo sviluppano allo svezzamento e muoiono precocemente hanno un cuore di volume aumentato. Questo è legato allo sforzo di pompare un volume di sangue maggiore per sopperire alla richiesta di ossigeno corporea.

Dovremmo fare un passo indietro!

Se vedete questi sintomi nelle covate o performance più basse della norma la prima domanda da farsi sarebbe: ho dato la giusta supplementazione di ferro ai suinetti? Se la risposta è no, questa carenza è il problema alla base di tutto.

Ho dato la giusta quantità di ferro ai miei suinetti?

I suinetti anemici sono una perdita evidente per l’allevatore. Questo è valido anche per i suinetti sub-anemici, cioè quelli che pur senza mostrare segni clinici, non hanno ferro a sufficienza. I suinetti sub-anemici sono più difficili da trovare e sono una perdita in profitto per scarse performance e sensibilità alle malattie ma, sono soprattutto comuni anche nelle aziende che fanno il ferro routinariamente.

Per identificarli l’uso dell’HemoCue è efficace. È uno strumento che misura i livelli di emoglobina

Con questo strumento i tecnici possono rilevare i suinetti anemici e subanemici e quindi trattare precocemente la carenza di ferro e valutare l’efficienza dei programmi di prevenzione. I suinetti con tassi di emoglobina inferiori a 11g/dl dovrebbero essere considerati subanemici; quelli sotto i 9g/dl sono anemici. I suinetti senza supplementazione di ferro entro il 6° giorno di vita possono scendere a 7g/dl di emoglobina!

IMPATTO ECONOMICO

La prevenzione e il trattamento della carenza di ferro nel suino è una decisione economica. I suinetti anemici hanno incrementi in peso più bassi della media, un più alto rischio di sviluppare malattie e, quindi, una mortalità superiore. Queste perdite sono evidenti.

L’impatto economico dei suinetti subanemici può essere difficile da controllare. Questi animali hanno performance inferiori e minor valore: si presentano con pelo ispido, malaticci, pelle rugosa e peso inferiore. I suinetti che crescono di più sono gli animali a rischio più elevato. Per mantenere questi elevati ritmi di crescita è necessario conoscere la maggiore richiesta di nutritivi che hanno questi animali.

Non fornire livelli di ferro adeguati vanifica tutti i risultati di anni di ricerca genetica, senza parlare del lavoro necessario.

Quindi la prevenzione della carenza di ferro con una supplementazione adeguata dovrebbe essere nella checklist dell’allevatore.

PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL’ANEMIA DEL SUINETTO

Per prevenire l’anemia del suinetto ed evitare le perdite di peso che ne possono derivare, è necessario fornire una supplementazione di questo elemento nei primi 3 giorni di vita. I suinetti nascono con una riserva limitata (50 mg circa) e le consumano a volte nei primi 3 giorni di vita. Gli attuali sistemi di allevamento non hanno altra scelta se non fornire questa supplementazione. Per farlo si può utilizzare l’iniezione o la somministrazione via orale. Ma quale è la migliore?

La concentrazione di ferro nel colostro e nel latte non aumenta se forniamo questo elemento alla scrofa, anche se una dieta ben bilanciata va fornita a tutti i riproduttori. Inoltre, le scrofe più giovani o “anziane” sono a rischio maggiore di partorire suinetti in carenza di ferro.

Fornire ferro per via orale ai suinetti è di solito meno efficiente per prevenire l’anemia. Con i prodotti orali si dovrebbero fornire diverse dosi nelle prime due settimane dato che una non è sufficiente. La via orale ha lo svantaggio che, fornita con acqua o alimento, ha un dosaggio impreciso e i suinetti che hanno più bisogno di ferro ne ricevono meno. Il fattore è rappresentato dalla immaturità della mucosa intestinale che assorbe in modo limitato il ferro nei primi giorni di vita.

Il modo migliore per dare il ferro al suinetto è la via INIETTABILE. Se fatte secondo le linee guida le iniezioni di ferro sono sicure ed efficaci. Alcuni allevatori si preoccupano delle reazioni al sito d’inoculo; per questo si raccomanda di seguire le modalità d’uso del prodotto utilizzato, senza esitare ne chiedere consiglio al proprio Veterinario.

Il maggior beneficio dell’iniezione di ferro è la certezza della dose. Da un punto di vista gestionale, minimizzare il maneggiamento è una cosa corretta. Per esempio, una singola dose di gleptoferrone può prevenire l’anemia. Come ulteriore vantaggio, il gleptoferrone può essere disponibile associato al toltrazuril, efficace contro i coccidi che causano diarrea nei suinetti. Questa soluzione permette di ridurre costi e perdite da anemia e coccidiosi. Il trattamento della carenza di ferro è bastato sulla PREVENZIONE. Adesso possiamo ottenere questo risultato in modo semplice e rapido.

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