Come migliorare l’immunità del suinetto in sala parto

1) Sistema immunitario del suinetto 2) Immunizzazione del suinetto 3) Patogeni della sala parto 4) Importanza della vaccinazione della scrofa 5) Impatto dell’immunità attiva 6) Importanza di una corretta supplementazione di ferro nei suinetti.

Indice:

  1. Il sistema immunitario del suinetto
  2. Immunizzazione dei suinetti
  3. I patogeni della Sala Parto
  4. L' importanza della vaccinazione delle scrofe
  5. Impatto dell'immunizzazione attiva
  6. L'importanza del ferro nei suinetti

Le patologie infettive sono una delle cause principali di mortalità del suinetto in sala parto. La placenta epitelio-coriale della specie suina non consente ai piccoli di immunizzarsi in utero. Inoltre, i suinetti nascono con un sistema immunitario immaturo che non è in grado di fornire una risposta alle patologie infettive presenti nelle sale parto e in svezzamento.

L’immunità nei mammiferi è costituita da: una immunità aspecifica (chiamata anche innata o non adattiva) e una immunità specifica (chiamata anche acquisita o adattiva). Più del nome, è importante capire i principi dei meccanismi immunitari dell’organismo.

La forma basilare di immunità innata comprende le barriere fisiche o chimiche, che prevengono l’infezione da parte dei patogeni. La pelle, la secrezione acida dello stomaco, le mucose sono alcuni esempi. Molti patogeni hanno perciò sviluppato vere e proprie strategie per superare queste barriere.

L’immunità aspecifica è chiamata così perché è propria dei tessuti del sistema immunitario che proteggono contro molti aggressori. Cellule come i macrofagi, i neutrofili, le cellule “natural killer” (NK) e gli eosinofili attaccano ogni microrganismo con la fagocitosi, “ingerendo” la minaccia e distruggendola.

L’immunità specifica (o adattiva) è un sistema complesso che include la risposta umorale e cellulare. L’immunità umorale è riferita agli anticorpi che sono sintetizzati per specifici antigeni, parti dell’agente patogeno, in gradi di stimolare la risposta immunitaria: spesso sono proteine localizzate sulla superficie dei virus o nella parete cellulare delle cellule batteriche. La risposta cellulare, come da nome, coinvolge le cellule, soprattutto i linfociti.

Questi sono suddivisi in cellule B e T, le prime deputate alla produzione di anticorpi e le seconde ad altre funzioni, tra cui:

  • Provocare la morte (apoptosi) delle cellule infettate da virus o cancerogene
  • Rilasciare citochine per attivare i macrofagi
  • Indurre la proliferazione e la differenziazione delle cellule immunitarie

L’immunità cellulare e umorale lavora in tandem, quindi questa classificazione è, in qualche modo, artificiosa. Il punto chiave è che il sistema immunitario ha la capacità di reagire a patogeni specifici e dare la riposta per neutralizzare o distruggere i microrganismi invasori. Inoltre, il sistema immunitario ha la capacità di “ricordare” i patogeni che ha già incontrato così da dare una risposta più forte (e specifica) in caso di ulteriori incontri. Senza una risposta specifica e la memoria immunitaria i vaccini, ad esempio, non potrebbero funzionare.

I suinetti nascono, quindi, con una immunità innata, e un sistema immunitario immaturo. Innanzitutto, non sono stati esposti ad antigeni in utero. Anche se lo fossero stati il loro sistema immunitario non può dare una risposta efficiente. Successivamente si trovano in un ambiente con molti microrganismi e senza difese.

E qui entra in gioco la funzione del colostro. Attraverso la sua assunzione, i suinetti acquisiscono anticorpi specifici, cellule immunitarie e altre componenti dalla scrofa. È risultato che i linfociti attivi presenti nel colostro passano ai suinetti e che forniscono una risposta immunitaria cellulare efficiente per patogeni come Mycoplasma hyopneumoniae (Branrick et al., 2008). Nei primi giorni e settimane di vita, in assenza di una competenza immunitaria completa, sfruttano quella di origine materna. Senza questa morirebbero rapidamente. Ciò dovrebbe sottolineare l’importanza dell’assunzione del colostro, ma anche di misure come la biosicurezza; se i suinetti dovessero perdere l’immunità materna in un ambiente fortemente contaminato, si ammalerebbero.

Un altro importante elemento da considerare è l’interferenza tra anticorpi materni e vaccini. Se la scrofa è vaccinata preparto per patogeni come PCV2, trasferirà alti livelli anticorpali al suinetto e questi potranno interferire con gli antigeni vaccinali. Per questo i suinetti non devono essere vaccinati subito; si deve attendere il calo degli anticorpi materni. Per altre patologie, per cui i riproduttori non sono vaccinati, una vaccinazione precoce, invece, si può utilizzare. Un esempio è la Malattia degli Edemi, provocata dalle tossine Shiga prodotte da E. coli, per la quale i suinetti possono essere vaccinati dal quarto giorno di vita.

La vaccinazione preparto delle scrofe è un momento cruciale nell’approccio alla gestione dell’immunità dei suinetti. L’immunizzazione attiva delle scrofe viene effettuata per trasmettere gli anticorpi specifici ai suinetti col colostro. Così possiamo proteggere le covate da molte patologie, come il complesso della Diarrea Neonatale provocata da E.coli, C. perfringens.

Per ottenere suinetti sani e diminuire la mortalità, la gestione del colostro è la strategia migliore. Questa inizia prima del parto perché dipende grandemente dalla salute e dallo stato immunitario della scrofa.

Tra gli aspetti principali da considerare abbiamo:

  • Score corporeo della scrofa al parto precedente: le scrofe che perdono troppo peso in lattazione avranno bisogno di più tempo prima del parto successivo e potrebbero avere una produzione di colostro insufficiente.
  • Acclimatamento delle scrofette: gli animali della rimonta devono acclimatarsi in modo adeguato ai patogeni dell’azienda (specialmente nei confronti del PRRSV).
  • Vaccinazione delle scrofe: le scrofe devono essere vaccinate poche settimane prima del parto (a seconda del vaccino usato) per produrre colostro con anticorpi contro i patogeni più importanti.
  • Personale formato: lo stress nei giorni precedenti il parto può causare la perdita di colostro o una produzione insufficiente.
  • Gestione delle sale parto: il calore eccessivo è una causa importante di ipogalassia o agalassia della scrofa.
  • Alimentazione della scrofa: le scrofe cambiano l’ingestione di alimento pre- e postparto. Questo implica l’uso di una formulazione alimentare adeguata alle loro necessità in particolare durante la lattazione.
  • Costruzione del nido: prima del parto la scrofa ha un comportamento che stimola la cascata ormonale. Gabbie parto adeguate e la fornitura di materiali per il nido hanno effetto positivo sulla produzione di latte e colostro.
  • Uso dell’ossitocina: anche se a volte necessaria, l’ossitocina può avere un effetto negativo sulla produzione di colostro.

L’intestino dei suinetti alla nascita è permeabile: questo significa che gli anticorpi colostrali possono passare al circolo sanguigno. Questa “finestra” ha una durata breve.  Già dopo 8 ore la permeabilità è in calo e dopo 12 ore è ridotta alla metà. A 24 ore dalla nascita la quantità di anticorpi che può superare la barriera intestinale è trascurabile (Farmer et al., 2006). In sala parto è considerata “eccellenza” riuscire ad avere suinetti ben colostrati circa 6 ore dopo la nascita.

I suinetti cercano il colostro per natura ma devono affrontare molti ostacoli:

  • La mancanza di un numero di mammelle sufficiente in caso di covate numerose
  • I suinetti più pesanti impediscono ai più piccoli di arrivare alla mammella (eterogeneità della covata)
  • Alcuni suinetti sono troppo deboli per nutrirsi da soli
  •  Letargia dei piccoli per una temperatura troppo bassa in sala parto
  • Scrofe senza colostro
  • Parti distocici (prolungati, difficoltosi, e con natimortalità correlati a scarsità di colostro o ad una assunzione ridotta)
  • Morte della scrofa

Alcuni di questi problemi possono essere corretti con una buona gestione; per esempio, asciugare i suinetti dopo la nascita e fornire loro fonti di calore permettono di ridurre l’impatto della temperatura.

Ci sono, poi, quattro importanti possibilità per gestire l’assunzione del colostro:

  • Allattamento frazionato: separare i suinetti delle covate numerose o miste in gruppi, mettendone uno nell’area riscaldata e lasciando l’altro ad alimentarsi, alternandoli.
  • Baliaggio: dare i suinetti “in eccesso” ad un’altra scrofa. Possibilmente DOPO l’assunzione del colostro materno.
  • Allenamento: si tratta di abituare e aiutare i suinetti più deboli ad andare alla mammella, fino a stabilire un “ritmo” di alimentazione.
  • Alimentazione manuale: utilizzare un biberon. Si può anche usare il colostro vaccino come sostituto. Se non fosse disponibile colostro, si potrebbe, via siringa, ricorre a miscele apposite per suinetti deboli per abituarli ad alimentarsi (anche se il costo nei grandi allevamenti rende la pratica antieconomica).

Un' area riscaldata evita il freddo ma permette anche l’allattamento frazionato, una delle tecniche migliori per gestire l’assunzione del colostro

Anche se la quantità di colostro assunta è corretta, i suinetti restano sensibili, in particolare, ai patogeni che non inducono una buona immunità. Tra questi i coccidi sono l’esempio migliore. In questo caso, per proteggere i suinetti, l’allevatore deve ricorrere a trattamenti metafilattici con i coccidiostatici.

Altre misure preventive sono state valutate nell’ultimo periodo, come la supplementazione con acidi organici e probiotici. Il principio è promuovere le popolazioni batteriche intestinali “buone”. Il microbiota intestinale ha un ruolo principale nell’immunità, soprattutto contro i patogeni intestinali. Ad esempio, è noto che i Clostridi, batteri produttori di tossine, non proliferano in un intestino sano. L’ambiente intestinale è molto complesso e, anche se sappiamo i benefici di un microbiota integro, c’è ancora molto da fare per migliorare la nostra conoscenza su questo argomento.

Lo svezzamento è un periodo cruciale dato che il sistema immunitario dei suinetti non è ancora completamente maturo mentre essi devono affrontare nuove sfide. Lo stress per lo spostamento può addirittura far precipitare la situazione. Anche con una parte dell’immunità materna ancora presente, le vaccinazioni iniziano di solito proprio in questa fase. Il protocollo vaccinale usato è collegato di solito alla situazione specifica dell’azienda (e l’appoggio del veterinario per svilupparlo è importante), ma solitamente in questo periodo i suinetti sono vaccinati contro PCV e Polmonite Enzootica. Anche, se necessario, le vaccinazioni per Salmonella, PRRSV e ileite sono fatte alla 3° settimana di vita. Un’eccezione è data dalla necessità di vaccinazioni precoci, come in caso di Malattia degli Edemi, causata dalle tossine Shiga prodotte da E.coli. In questi casi i suinetti possono essere vaccinati anche alla prima settimana di vita.

Successivamente, di norma a 6-8 settimane, saranno immunizzati verso altri patogeni.

Con la crescita dei suinetti, l’immunità materna scompare e si sviluppa l’immunità individuale

I suinetti nascono in un ambiente “ostile” in cui molti patogeni possono agire. I più importanti sono quelli che provocano diarrea, problemi riproduttivi, come gli aborti tardivi, e la polmonite.

 

Escherichia Coli

Probabilmente il patogeno più comune della Sala Parto. Provoca diarrea acquosa che porta rapidamente a disidratazione. I mezzi migliori per prevenire la colibacillosi sono biosicurezza e assunzione corretta del colostro. Fortunatamente la vaccinazione delle scrofe, che si effettua poche settimane preparto, è molto efficace per proteggere i suinetti (immunità passiva).

Clostridium Perfringens

C. perfringens tipo C è l’agente causale dell’enterite necrotizzante, che può portare rapidamente a morte il suinetto. I Clostridi in realtà sono ospiti normali dell’intestino e provocano problemi se l’equilibrio intestinale è alterato. Gli eccessi alimentari, per esempio, stimolano la proliferazione di questi batteri. A volte sono i suinetti che sembrano più sani che muoiono, sorprendendo il personale addetto.

C. perfringens tipo A è considerato un patogeno molto presente negli allevamenti e provoca la Diarrea Neonatale; in particolare è produttore di diverse tossine (alfa e beta2) e provoca sintomi meno gravi con mortalità più bassa rispetto al tipo C. La vaccinazione delle scrofe è cruciale per prevenire la patologia; fortunatamente è molto efficace se l’apporto del colostro viene effettuato correttamente.

Rotavirus

Una causa comune di diarrea è il Rotavirus. Le scrofe solitamente hanno una buona protezione immunitaria nei suoi confronti per cui una buona colostratura può essere sufficiente per proteggere i suinetti. Comunque, la vaccinazione delle scrofe è efficace contro alcuni rotavirus, quindi consultare il proprio veterinario per verificare l’opportunità un intervento vaccinale può essere utile.

Vista la prevalenza dei rotavirus, alcuni sostengono la tecnica del “feedback”, esponendo le scrofe a feci infette con la speranza di indurre la produzione di anticorpi trasmissibili ai suinetti.

Un elemento certamente importante è il corretto acclimatamento delle scrofette esponendole ai patogeni circolanti per ottenere un colostro ricco di anticorpi anti-rotavirus.

Porcine Circovirus Tipo 2 (PCV2)

Patogeno diffuso ovunque che provoca il complesso della patologia da PCV (PCVD) e causa perdite importanti nell’allevamento. La vaccinazione dà una immunità solida ed è una delle più utilizzate a livello mondiale. I suinetti dovrebbero essere sottoposti a un protocollo vaccinale per gestire lo stato immunitario della Sala Parto, vista la presenza ubiquitaria del virus e per proteggerli anche nelle successive fasi di accrescimento. La vaccinazione delle scrofe riduce i rischi di patologia riproduttiva e di infezioni precoci e dovrebbe essere fatta sulla base dello stato dell’azienda, valutato con il Veterinario.

Coccidi

I Coccidi sono parassiti monocellulari che invadono e distruggono la mucosa intestinale, provocando malassorbimento dei nutrienti e indebolendo i suinetti che sono più sensibili anche ad altre infezioni (in particolare da C. perfringens tipo A). I Coccidi causano perdite significative e sono praticamente impossibili da eliminare dall’ambiente. In più questi parassiti proliferando nell’intestino, producono un enorme quantità di oocisti (le “uova”) che contaminano l’ambiente.

Il colostro può dare una protezione estremamente limitata e non ci sono vaccini commerciali contro il patogeno; gli strumenti migliori restano la metafilassi con i coccidiostatici e la biosicurezza.

L’ immunizzazione attiva dei suinetti nei primi giorni di vita dà risultati limitati. Per questo gli sforzi si sono concentrati sulla scrofa e sul trasferimento dell’immunità passiva alla covata. La vaccinazione della scrofa può influenzare il risultato della Sala Parto e dei settori successivi.

I programmi vaccinali dipendono in larga parte dai “challenge” a cui è sottoposta l’azienda e dalla sua localizzazione geografica. Le scrofe dovrebbero essere vaccinate per E.coli, C. perfringens tipo A e C, parvovirus e mal rosso. Le vaccinazioni per PRRSV e PCV2 dovrebbero far parte del programma nelle aziende positive. Anche se esistono vaccini per la TGE (gastroenterite trasmissibile) non è ancora chiaro quanto prevengano la patologia nei suinetti.

L’ immunizzazione della scrofa protegge i suinetti indirettamente, per trasferimento dell’immunità passiva

È uno dei metodi migliori per prevenire le patologie in allevamento. Sono disponibili vari vaccini contro alcuni importanti patogeni. L’immunità dei suinetti può essere gestita con la vaccinazione della scrofa preparto, la gestione del colostro e l’immunizzazione attiva dei suinetti, appena pronti.

Alcune tra le sfide più grandi per l’industria suinicola sono patologie per cui non esistono vaccini o se esistono, danno una protezione variabile: PRRSV, ileite, coccidiosi.

Ogni azienda, per utilizzare un vaccino dovrebbe considerare:

  • Analisi Costo/Beneficio
  • Prevalenza della patologia nella regione
  • Prevalenza della patologia in azienda
  • Normative locali

Una biosicurezza più efficiente, sistemi a ciclo chiuso e la gestione tutto pieno/tutto vuoto aiutano nel controllo dei patogeni e riducono la necessità di vaccinare. Molto spesso, però, le aziende non possono evitare la vaccinazione perché i rischi di un focolaio e i danni che ne possono derivare sono troppo importanti.

Non possiamo dimenticare che il sistema immunitario non è “solo” anticorpi. L’immunità innata, il microbiota intestinale, e l’immunità aspecifica hanno tutti un ruolo nel mantenere sano il suinetto.

Una delle sfide più importanti per la suinicoltura moderna è legata alla crescita rapida degli animali allevati che esaurisce rapidamente le riserve di ferro, che è un componente importante dell’emoglobina (Hb), la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue.

Date le sue caratteristiche il ferro è coinvolto in molte altre interazioni cellulari. Per esempio, i neutrofili (un tipo di cellula immunitaria) uccidono i batteri per ossidazione, ma senza ferro, l’enzima che usano per produrre i componenti ossidativi non è attivo (Cherayil, 2010).

Il ferro è anche necessario per la normale funzionalità cellulare. La dipendenza da questo elemento è condivisa da molte forme di vita. Uno dei meccanismi più curiosi che l’organismo utilizza per lottare contro i batteri è privarli, appunto, del ferro trattenendolo all’interno delle proprie cellule. Per ragioni non chiare, la differenziazione dei linfociti (cellule immunitarie) è ferro-dipendente (Cherayil, 2010). In pratica, senza ferro i linfociti si bloccano e l’immunità adattiva dell’individuo è compromessa.

In conclusione, la supplementazione del ferro nei suinetti è uno dei mezzi più efficienti per prevenire l’anemia e rafforzare il loro sistema immunitario.

Bibliografia

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