Diarrea del Vitello

La diarrea neonatale è la principale malattia infettiva che si manifesta entro il primo mese di vita dei vitelli ed i suoi effetti dannosi si protraggono fino alla prima lattazione.

  

Criptosporidiosi nei vitelli: qual è la situazione in Europa?

La diarrea neonatale è la principale malattia infettiva che si manifesta entro il primo mese di vita dei vitelli ed i suoi effetti dannosi si protraggono fino alla prima lattazione. Tra i vari agenti infettivi che causano ladiarrea dei vitelli, la criptosporidiosi è probabilmente il più importante negli allevamenti europei a causa della sua prevalenza, ubiquità, resistenza nell’ambiente e bassa dose infettiva.

  

  

La Criptosporidiosi è una delle principali cause di diarrea neonatale del vitello

Tra i patogeni che causano diarrea neonatale nei vitelli, la criptosporidiosi da C. parvum si riscontra dal 36% al 71,99% dei casi, da sola o in combinazione con altri agenti patogeni. Come agente unico, è presente nel 18%-52,6% dei casi (1-3). Pertanto, la criptosporidiosi può essere considerata la principale causa di diarrea neonatale nei vitelli. Ciò è dovuto a:

  • capacità d'azione che va dai 5 ai 28 giorni di età; in confronto, l’E. coli enterotossigeno colpisce i vitelli sotto i 5-7 giorni di vita, il rotavirus entro i 15 giorni e il coronavirus entro i 21 giorni,
  • probabile aumento della gravità e della mortalità legate alla diarrea se associata ad altri virus e batteri
  • rilascio di un gran numero di oocisti (fino a 107 oocisti/grammo) da parte dei vitelli diarroici
  • una dose infettiva minima molto bassa: sono necessarie appena 10 oocisti per indurre la diarrea
  • la lunga persistenza nell'ambiente grazie all'elevata resistenza alle condizioni climatiche e ai disinfettanti4

  

La Criptosporidiosi è altamente diffusa nei vitelli in Europa

La prevalenza della criptosporidiosi negli allevamenti  da latte europei è estremamente elevata, dal 90% al 100% degli allevamenti5-10, il che spiega perché la malattia possa essere considerata endemica in Europa. Anche la prevalenza tra i vitelli è elevata: la maggior parte degli studi la riporta compresa tra il 20 e il 40%1,5, con alcuni casi che superano il 70%2. Anche se gli studi sugli allevamenti di bovini da carne non sono numerosi, i risultati sono simili: il 36,7% dei vitelli può essere considerato infetto nel 97% degli allevamenti6. Anche le aziende agricole biologiche sono colpite dalla criptosporidiosi. In Svezia, la prevalenza della criptosporidiosi nei vitelli è risultata del 44,7% negli allevamenti biologici rispetto al 52,3% degli  allevamenti convenzionali11. In Francia, uno studio ha recentemente riportato che il 40,2% dei vitelli provenienti da 20 allevamenti biologici sono risultati positivi al C. parvum, così come i vitelli allevati in modo tradizionale12. Nei vari studi si possono riscontrare prevalenze variabili. Ciò è dovuto fondamentalmente alla diversa sensibilità del metodo diagnostico utilizzato e all'età dei vitelli testati. I risultati positivi più elevati si ottengono solitamente quando viene utilizzata la ricerca tramite PCR  in vitelli di età compresa tra 1 e 3 settimane.

  

C. parvum è la specie dominante nei vitelli da latte

Esistono circa 40 specie del genere Cryptosporidium, di cui almeno 4 si trovano nei bovini13, 14, con C. parvum che viene rilevato prevalentemente nei vitelli neonati e causa malattia grave15. Sebbene C. bovis,C. andersoni e C. ryanae siano stati identificati nelle feci dei vitelli di età superiore ai due mesi, la loro patogenicità è bassa16,17. Al contrario, C. parvum viene sempre identificato nei vitelli di età inferiore a un mese e non oltre, perché l'immunità si sviluppa con l'età, tranne che negli animali immunocompromessi.

  

  

La Criptosporidiosi causata da C. parvum è una zoonosi e i bovini rappresentano il principale serbatoio dell’infezione umana

La criptosporidiosi è anche un'importante causa di diarrea nell'uomo, soprattutto nei bambini, e di diarrea cronica negli adulti immunocompromessi18. In Europa l'infezione si contrae principalmente attraverso le acque di piscine, parchi acquatici o libere, ed in occasione di eventi sportivi di massa che coinvolgono acqua o fango e il contatto con animali. C. parvum e C. hominis sono responsabili della maggior parte dei casi di criptosporidiosi nell'uomo, ed i bovini rappresentano un importante serbatoio per i sottotipi zoonotici di C. parvum. La trasmissione è oro-fecale, principalmente per contatto con vitelli o persone infette, oppure può avvenire per via aerea19,20. Nel 2018, sono stati segnalati 11.418 casi confermati di criptosporidiosi umana in 21 paesi dell'UE, con un rapporto di 4,4 casi per 100.000 abitanti, che sale a 15,8 nei bambini sotto i 4 anni di età. Regno Unito, Germania, Paesi Bassi e Spagna rappresentano il 76% di questi casi, mentre Belgio, Finlandia, Islanda e Paesi Bassi segnalano un aumento dei casi. La malattia è probabilmente sottodiagnosticata22.

  

Conclusioni

Cryptosporidium parvum, l'agente eziologico della criptosporidiosi del vitello, è uno dei principali responsabili di diarrea del vitello in Europa indipendentemente dal tipo di produzione: da latte, carne , intensiva, estensiva, convenzionale o biologica. Inoltre, i bovini fungono da serbatoio della criptosporidiosi umana causata da C. parvum, che provoca diarrea acuta, soprattutto nei neonati, e diarrea cronica nei pazienti immunodepressi. Data l’importanza della criptosporidiosi per la salute umana e animale (One Health), la sua diagnosi e il controllo negli allevamenti di bovini sono essenziali.

  

  

  

  

Bibliografia

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3 Thomson, S., Hamilton, C.A., Hope, J.C., Katzer, F., Mabbott, N.A., Morrison, L.J., & Innes, E.A. Bovine cryptosporidiosis: impact, host-parasite interaction and control strategies. Veterinary Research. 2017;48:42

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11 SILVERLÅS, C., & BLANCO-PENEDO, I. Cryptosporidium spp. in calves and cows from organic and conventional dairy herds. Epidemiology & Infection. 2013; 141(3), 529-539.

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16 Hoque S, Pinto P, Ribeiro CA, Canniere E, Daandels Y, Dellevoet M, Bourgeois A, Hammouma O, Hunter P, Gentekaki E, Kváč M, Follet J, Tsaousis AD. Follow-up investigation into Cryptosporidium prevalence and transmission in Western European dairy farms. Vet Parasitol. 2023; 318:109920.

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18 Checkley,W.; White, A.C.; Jaganath, D.; Arrowood, M.J.; Chalmers, R.M.; Chen, X.-M.; Fayer, R.; Griffiths, J.K.; Guerrant, R.L.; Hedstrom, L.; et al. A Review of the Global Burden, Novel Diagnostics, Therapeutics, and Vaccine Targets for Cryptosporidium. Lancet Infect. Dis. 2015; 15: 85–94.

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